ventunesima puntata
......23 aprile 1958.
Sono trascorsi alcuni mesi dall'ultima scrittura su questo diario:
in ogni modo ricordo con precisione tutto cio' che e' avvenuto in
questo periodo.
Anzitutto, a marzo ho preso circa 120.000 lire; in secondo luogo,
durante il periodo delle ferie ho chiesto alla sede di Milano della
BCI di trasferirmi a Venezia in quanto le condizioni della mia
famiglia sono instabili. Ora, siamo gia' al 23 mentre la domanda e'
stata fatta in data 2 aprile 1958. Sono pertanto in attesa in quanto
una richiesta della specie richiede del tempo. Durante le ferie di
aprile ho avuto l'occasione di conoscere un procuratore della BCI di
Venezia, il dott. Piva, il quale mi ha assicurato che all'ufficio
merci della sede di Venezia avrebbe avuto bisogno di due impiegati
in quanto i precedenti erano stati promossi e trasferiti. La notizia
mi ha sollevato il morale pur nutrendo sempre delle riserve su
quanto mi era stato detto, sperando nel mio subconscio che quanto mi
e' stato detto dal predetto Piva potesse favorire la mia richiesta
di trasferimento. Speriamo in bene.
30 aprile 1958 - 1 maggio 1958.
Il 26 scorso mi e' pervenuta una lettera della BCI nella quale mi si
comunica l'impossibilita' di essere trasferito a Venezia o altrove
in quanto, almeno per il momento non ne sussistono le condizioni.
Cio' nonostante non mi sono sentito male di fronte a tale notizia
perche' in cuor mio ero certo che la domanda di trasferimento
sarebbe stata presa in considerazione. Il perche' non lo so, come
invece sapevo molto bene che a Venezia avevano urgente bisogno di un
impiegato esperto nel contesto estero merci.
Il caso fortunato volle che, il dott. Rossi ed il dott. Ruggero
dell'ufficio centrale del personale di Milano, mi chiamassero di li'
a poco per riferirmi che stava per materializzarsi la possibilita'
di un mio trasferimento, aggiungendo di tenermi pronto per la
partenza giorno per giorno.
Ancora una volta si e' avverato il mio desiderio sia pur dopo tante
trepidazioni. Quello che mi ha soddisfatto di piu' non e' stato il
trasferimento stesso quanto il fatto che sia prevalsa una mia
convinzione e cioe' che con le raccomandazioni (che io non ho mai
voluto ed avuto) non si ottiene nulla. Infatti io, grazie a Dio sin
d'ora non ho mai fatto ricorso a questo tipo di richieste, tanto da
poter guardare tutti con la testa alta. Ne e' prova che la stessa
istanza di trasferimento ha poi avuto luogo senza alcuna pressione.
Ed ora caro diario, ringraziandoti della compagnia sono costretto
si' a salutarti, ma non a dimenticarti.
7 maggio 1958.
Mi trovo in... treno (ore 17.00 e detto treno sembra non voler
partire forse per trattenermi a Milano) e, questo mio diario, sembra
destinato a finire qui. Oggi ho salutato tutti i miei superiori dai
quali ho avuto molta e molta soddisfazione. Uno di questi, un vice
direttore, dott. Aquino, mi ha detto che per qualsiasi cosa, mi
rivolga tranquillamente a lui anche telefonicamente. Tanti altri mi
hanno salutato con affetto ed anche emozione.
Forse, andare a Venezia, per me sara' un passo indietro venendo da
Milano; d'altra parte, per i miei genitori, questo passo e' quanto
mai doveroso e necessario. Una strada me la costruiro' anche a
Venezia tanto da poter dire che in questo momento ci vedo chiaro.
Nota finale.
Il treno e' partito con molto ritardo, ma il pensiero che fra circa
3 ore sarei arrivato a casa, non mi ha fatto sentire il benche'
minimo disagio.
Devo dire che, quando credevo di essermi sistemato definitivamente a
Venezia, sono stato chiamato nuovamente a Milano, questa volta dalla
Direzione Centrale per degli "stage" preparatori per incarichi
direttivi in Africa e Sudamerica, realta' che, come ho gia' scritto
in precedenza su questo diario, sono stato costretto a declinare sia
pur dopo un soggiorno di alcuni anni negli uffici della Direzione
Centrale, rifiuto per il quale ho pagato un pesante scotto in
termini di ritardo di carriera, circa una decina d'anni avendo
dovuto ricominciare nuovamente dai servizi esecutivi. E la cosa mi
umiliava ancor di piu' in quanto le solite "malelingue" (che
peraltro ci sono ovunque) pensavano forse ad un mio fallimento in
Direzione Centrale e non certo alla conseguenza di aver rifiutato le
proposte estere dopo anni di preparazione... giusta
punizione... ? boh, forse no cosi' tanto pesante, almeno da
altri fatti ben peggiori che ho visto successivamente, a cui hanno
fatto seguito addirittura delle promozioni... .ma e' meglio
dimenticare.
(segue)
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ascolta in sottofondo
Arnaldo De
Porti alla fisarmonica